Nell’articolo di oggi forniamo una panoramica completa sul buono pasto e sulla relativa normativa, esaminando le caratteristiche, le regole di utilizzo e le possibili modalità di distribuzione dei buoni pasto. Approfondiamo inoltre i dettagli del Decreto Legge n.122 del 2017 riguardante i buoni pasto e le relative implicazioni fiscali per le aziende. Infine, esploriamo i vantaggi per le aziende nell'offrire buoni pasto ai dipendenti, dal miglioramento della soddisfazione sul posto di lavoro all'attrazione di nuovi talenti. Sia che tu sia un datore di lavoro in cerca di informazioni o un dipendente desideroso di conoscere i tuoi diritti, ecco tutte le risposte a dubbi e curiosità.
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Come funzionano i buoni pasto e cosa dice la normativa al riguardo? Una guida essenziale sul loro utilizzo, regolamentazione e l'impatto positivo sul clima aziendale e la motivazione dei dipendenti.
Con il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 122 del 7 giugno 2017 sono state introdotte disposizioni in materia del benefit aziendale del servizio sostitutivo di mensa. La normativa sui buoni pasto, entrata ufficialmente in vigore il 9 settembre del 2017, ne ha chiarito la regolamentazione, individuando nello specifico:
- Le caratteristiche del buono pasto;
- Le regole per usufruire del servizio;
- Gli esercenti convenzionati con le società emettitrici.
In quest’articolo, riassumiamo i punti salienti per dare una panoramica esaustiva su uno dei benefit più apprezzati dai dipendenti italiani.
Buoni pasto aziendali: come funzionano?
I buoni pasto aziendali sono una forma di retribuzione indiretta che le aziende forniscono ai loro dipendenti, solitamente per coprire il costo del pasto durante l'orario di lavoro. La funzionalità di base dei buoni pasto è relativamente semplice: l'azienda acquista i buoni pasto da un fornitore esterno e li distribuisce ai dipendenti, che possono utilizzarli per pagare i pasti nei ristoranti, bar, supermercati e altri esercizi commerciali convenzionati.
La modalità di distribuzione e utilizzo dei buoni pasto può variare a seconda del formato. Nel caso dei buoni pasto elettronici, l'azienda accredita il valore dei buoni su una card che il dipendente può utilizzare come una normale carta di pagamento. Nel caso dei buoni pasto cartacei, invece, l'azienda distribuisce fisicamente i buoni ai dipendenti, che possono poi consegnarli ai punti vendita come forma di pagamento.
I Buoni Pasto Sodexo, ad esempio, sono disponibili in entrambi i formati: disponibili nella card elettronica o nel carnet cartaceo, offrono ai lavoratori la possibilità di acquistare generi alimentari in più di 100.000 esercenti tra supermercati, bar, ristoranti ed e-commerce convenzionati.
Buoni pasto per dipendenti: cosa dice la normativa?
La legislazione attuale classifica il buono pasto come un attestato di diritto che consente al possessore di ottenere un servizio alternativo alla mensa, presso punti vendita associati con l'ente emittente, per un valore corrispondente al valore nominale del buono. Quest'ultimo può essere utilizzato solo dal proprietario (non può essere trasferito o venduto).
L’Articolo 4 Comma C del Decreto Legge, specifica che tutti i lavoratori subordinati, sia a tempo pieno sia part-time, hanno diritto a ricevere i buoni pasto. Questo vale anche nel caso in cui l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pasto.
L'implementazione del buono pasto assicura alle imprese e ai dipendenti sostanziosi benefici fiscali in quanto non è considerato reddito da lavoro. Di conseguenza, per i buoni pasto in forma cartacea, il limite di esenzione fiscale è di 4 euro, mentre per quelli elettronici sale a 8 euro (limiti aggiornati con la Legge di Bilancio 2020).
Quali sono i vantaggi per le aziende nell'offrire buoni pasto ai dipendenti?
L'erogazione dei buoni pasto porta con sé una serie di vantaggi significativi per le aziende. Primo tra tutti, il buono pasto rappresenta un beneficio tangibile per i dipendenti, contribuendo ad aumentare la loro soddisfazione e motivazione sul posto di lavoro. Un dipendente che si sente valorizzato è più incline a essere produttivo e a mostrare un impegno maggiore nei confronti dell'azienda.
Dal punto di vista economico, i buoni pasto rappresentano un investimento vantaggioso per l’impresa. Grazie al loro trattamento fiscale favorevole (i buoni pasto sono deducibili al 100% con IVA agevolata al 4% completamente detraibile), infatti, consentono di offrire un beneficio concreto ai dipendenti riducendo al contempo l'onere fiscale. Che implicazioni ha, in pratica, per le aziende e gli imprenditori? Essendo i buoni pasto esenti da contribuzioni fiscali, previdenziali e assistenziali (entro i limiti di esenzione stabiliti dalla Legge di Bilancio 2020), significa che le imprese hanno la possibilità di offrire ai propri dipendenti un reddito annuale dedicato all'alimentazione di circa 880€ (per i buoni cartacei) o 1760€ (per quelli elettronici) totalmente esente da tassazione in quanto non concorrono alla formazione di reddito da lavoro dipendente.
Infine, l'offerta di buoni pasto può contribuire a migliorare l'immagine dell'azienda, mostrandola come un datore di lavoro attento al benessere dei propri dipendenti. Questo può avere un impatto positivo non solo sulla soddisfazione dei dipendenti attuali, ma anche sulla capacità di attrarre nuovi talenti, rafforzando così la competitività dell'azienda nel mercato del lavoro.
Il buono pasto si rivela essere un'opzione indispensabile per le aziende che vogliono implementare un sistema di incentivi e benefit equo, beneficiando di una tassazione vantaggiosa e personalizzando il servizio in base alle specifiche necessità.
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