Welfare aziendale: i nuovi trend del car sharing e del car pooling

Welfare aziendale: i nuovi trend del car sharing e del car pooling

17/05/2022

Il tema della mobilità sostenibile investe tutti e la direzione della società verso una sempre maggiore diffusione della mobilità shared è chiara. Le imprese, quindi, per non ignorare le tendenze in atto e dimostrarsi reattive ai bisogni dei dipendenti, possono includere all’interno dei piani di welfare programmi di car sharing aziendale e corporate car pooling.
Quali sono le differenze tra le due pratiche? Perché è consigliabile per le imprese offrire questo tipo di servizi ai collaboratori?

Il welfare aziendale passa anche attraverso il tema della mobilità. Grazie alle soluzioni del corporate car sharing e car pooling, lavoratori, aziende (e anche l’ambiente) possono trarre importanti benefici.

Quello della mobilità è un argomento che, al giorno d’oggi, assume sempre più rilevanza, anche in ambito organizzativo. Un’azienda che ha a cuore il benessere dei dipendenti, infatti, non trascura questo aspetto ma, anzi, supporta i collaboratori attraverso il car sharing e il car pooling, strizzando l’occhio anche al tema della sostenibilità.

Oltre a garantire benefit più tradizionali come l’auto aziendale o i Buoni Acquisto Benzina, le imprese possono scegliere di promuovere soluzioni alternative per facilitare la mobilità dei dipendenti. Ecco cosa sono il car pooling e il car sharing aziendale e come possono essere sfruttati dalle aziende per migliorare il benessere organizzativo.

Car sharing e car pooling: qual è la differenza?

Quelle del car sharing e del car pooling sono due soluzioni sempre più diffuse tra gli italiani perché geniali, nella loro semplicità. Anche le imprese si dimostrano sempre più propense a inserire piani dedicati alla mobilità all’interno dei propri piani di welfare aziendale, puntando in particolar modo sul corporate car sharing o car pooling.

Al fine di garantire ai dipendenti un servizio di mobilità condivisa, il Mobility Manager ha un ruolo essenziale in azienda: questa figura professionale ha il principale obiettivo di creare il piano Spostamenti Casa-Lavoro, cercando di migliorare la raggiungibilità dei luoghi di lavoro ottimizzando gli spostamenti dei dipendenti. Al Mobility Manager spetta anche la gestione della collaborazione tra le aziende, le società che offrono piattaforme gestionali e le amministrazioni locali. Nella creazione del piano, uno degli obiettivi da raggiungere è proprio quello di ridurre l’uso dell’auto privata promuovendo, ad esempio, soluzioni di corporate car pooling e car sharing.

Ma quali sono le differenze e le peculiarità di queste due modalità di sharing mobility?
 

Car sharing per aziende: cos’è e come funziona

Il car sharing è, ormai, entrato a pieno regime nella nostra quotidianità: come testimoniato anche dai dati condivisi dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility, gli italiani si dimostrano particolarmente predisposti nei confronti della condivisione dei mezzi di trasporto poiché permettono loro di risparmiare tempo e denaro.

L’aspetto davvero innovativo è che il car sharing sta diventando sempre più diffuso in ambito aziendale. In questo caso si parla di corporate car sharing, una pratica che consiste nella condivisione delle auto aziendali messe a disposizione dei dipendenti, i quali possono, previa prenotazione, utilizzarla per un tempo limitato per le esigenze quotidiane o per le trasferte. Lo stesso discorso può essere valido anche quando si parla di mezzi diversi dall’automobile come nel caso del bike sharing aziendale.

Corporate car pooling, di cosa si tratta?

In poche parole, il car pooling aziendale consiste nel promuovere presso i dipendenti di una stessa azienda la condivisione di un’auto comune per effettuare il tragitto casa-lavoro insieme.
La sostanziale caratteristica che differenzia il corporate car pooling dal car sharing aziendale è che il mezzo in questione non è messo a disposizione dall’impresa bensì appartiene ai dipendenti stessi.

All’azienda, spetta quindi il ruolo di promuovere il car pooling aziendale presso i propri dipendenti, per esempio sfruttando il concetto di “gamification” e premiando i collaboratori più propensi alla condivisione della propria auto oppure mettendo in contatto i lavoratori che vivono nella stessa zona della città.

In termini di riduzione delle emissioni inquinanti, il car pooling risulta maggiormente efficace. Infatti, il numero di posti utilizzati in una singola vettura è maggiore e perciò riduce il numero di veicoli circolanti.


Car sharing e car pooling: perché inserirli nel welfare aziendale?

I motivi per cui un’azienda dovrebbe implementare servizi di car sharing o car pooling all’interno del proprio piano di welfare aziendale sono molteplici, ecco i principali:

  • Innanzitutto, favorire la sharing mobility presso i propri dipendenti è un buon modo per attirare nuovi talenti e assicurarsi la retention dei propri;
  • Facilitare la mobilità è anche un’ottima strategia per contribuire positivamente al work-life balance, poiché, implementare sistemi di mobilità condivisa significa anche andare nella direzione di una diminuzione dei ritardi dovuti a code o scioperi, accorciando di gran lunga i tempi da dedicare agli spostamenti;
  • La condivisione dell’auto permette, inoltre, ai dipendenti di trascorrere tempo insieme anche al di fuori dell’orario lavorativo, contribuendo a rafforzare i legami tra collaboratori, migliorando il clima aziendale e aumentando, di conseguenza, la motivazione al lavoro;
  • La sharing mobility aziendale ricade, inevitabilmente, anche sulla Corporate Social Responsibility, ovvero quelle azioni che l’impresa intraprende a favore della comunità. Implementare la sharing mobility permette di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Non solo: ridurre il numero di automobili permette di rendere più fluidi di circolazione e di contrastare un altro tipo di inquinamento, quello acustico, impattando positivamente non solo a livello ambientale ma anche urbanistico.

Sharing economy e aziende: vantaggi fiscali

I vantaggi della sharing economy integrata ai programmi di welfare aziendale sono evidenti anche dal punto di vista fiscale per le imprese che decidono di implementarli.

Per quanto riguarda il car pooling aziendale, secondo quanto regolamentato dall’Agenzia delle Entrate con la Risposta 31 ottobre 2019, n. 461/E (in conformità all’ art. 100, comma 1, del T.U.I.R.), i costi sostenuti per i servizi di car pooling aziendale sono deducibili per un ammontare complessivo non superiore al tetto del 5 per mille delle spese per prestazioni di lavoro dipendente, risultante dalla dichiarazione dei redditi della società committente.

Per quanto riguarda, invece il corporate car sharing, sempre ai sensi dell'art. 164 del T.U.I.R., in caso di noleggio, sono deducibili i canoni relativi ad autovetture nella misura del 20% entro il tetto limite di 3.615,20 euro l'anno per la quota del noleggio e senza alcun limite soglia per quella dei servizi.

Gli effetti positivi della sharing economy applicata al mondo aziendale, quindi, si riscontrano su tutti i fronti: da quello ambientale, ai vantaggi per i dipendenti che ne usufruiscono e persino dal punto di vista fiscale per le imprese che la adottano.

In questo articolo abbiamo visto che misure come il corporate car sharing o il car pooling aziendale possono essere integrati alle misure di welfare aziendale che agevolano i dipendenti negli spostamenti casa-lavoro, come l’auto aziendale o l’erogazione dei buoni benzina. Particolarmente vantaggiose anche da un punto di vista ambientale, queste soluzioni di sharing economy in campo aziendale sono sempre più adottate e rappresentano il futuro del welfare.

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