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Welfare voucher: scopri come funzionano e il trattamento fiscale

08/07/2021

Negli ultimi anni, il welfare aziendale si è diffuso su larga scala, grazie anche alla normativa che ha contribuito alla sua regolamentazione. A favorire l’integrazione di strumenti orientati al benessere dei collaboratori, è stata in primo luogo la Legge di Bilancio 2016, seguita dalle Leggi di Stabilità 2017 e 2018. Nel panorama delle soluzioni a disposizione delle imprese troviamo i welfare voucher.
Cosa sono? Esistono alternative vantaggiose? Tutte le risposte, nell’articolo di oggi.

Non solo welfare voucher tra le soluzioni per migliorare il benessere

Il welfare aziendale si è diffuso a tutti i livelli per la sua capacità di attrarre e trattenere i collaboratori, riducendo i tassi di assenteismo, il turnover e ottimizzando quindi i costi di recruiting e onboarding.

Che si tratti di grandi aziende multinazionali o di piccole e medie imprese, orientarsi nella gamma di strumenti di welfare a disposizione può sembrare complesso, perché molti uffici non hanno la possibilità di dotare i propri spazi di strutture interne - come asili nido e palestre – o di stipulare contratti di convenzione con centri benessere, istituti di formazione e agenzie di viaggio.

Tuttavia, le aziende possono mettere a disposizione dei collaboratori strumenti concreti a sostegno della qualità della vita e del benessere, elementi fondamentali e capaci di incrementare motivazione e performance.

Negli ultimi anni, si sono diffusi i welfare voucher o buoni welfare. Vediamo ora se siano in grado di rispondere in modo puntuale alle esigenze dei collaboratori e se vi siano delle alternative più efficaci.

Cosa sono e come funzionano i buoni welfare?

Le imprese possono mettere a disposizione dei dipendenti i buoni welfare, strumenti che semplificano l’accesso a servizi dedicati. Si tratta di voucher utilizzabili nell’ambito di un piano di welfare aziendale, nei casi in cui l’azienda non possa integrare una piattaforme di welfare o non abbia stipulato convenzioni con strutture esterne.

Sono le imprese quindi a scegliere e attivare specifici servizi per i propri collaboratori che, a loro volta, possono usufruire dei buoni a disposizione. Nell’ottica di valutare servizi davvero utili, che supportino il benessere e la qualità della vita, è opportuno valutare l’impatto delle diverse opzioni.

In questa fase, è fondamentale analizzare gli elementi chiave, capaci di generare un circolo virtuoso di maggiore soddisfazione, motivazione e performance, che migliori anche il clima lavorativo. Una volta individuati i servizi adatti per età, hobby, passioni e situazione familiare dei collaboratori, è il momento di attivarli.

Le opzioni possono essere diverse e includere:

  • corsi di formazione, di lingua o sportivi
  • asilo nido
  • ingressi presso piscine, palestre o centri benessere
  • viaggi

Il trattamento fiscale dei voucher welfare

Il regime fiscale del welfare voucher è disciplinato dall’articolo 51 del TUIR che determina le esclusioni dalla tassazione del reddito da lavoro dipendente. Nello specifico, il comma 3 stabilisce che le imprese possono mettere a disposizione di ciascun collaboratore beni e servizi di welfare defiscalizzati fino a 258,23€.

I buoni welfare rispondono alla volontà delle imprese di offrire un contributo concreto, ma non sono gli unici strumenti che permettono di incrementare motivazione e performance a tutti i livelli.

Nelle prossime righe parleremo delle alternative efficaci per sostenere il potere d’acquisto dei collaboratori.

Le alternative efficaci al buono welfare: piattaforma welfare e flexibile benefit

Tra le opzioni per integrare il welfare aziendale troviamo le già citate piattaforme di welfare e i flexible benefit.

La piattaforma di welfare entra a fare parte di una strategia strutturata, frutto di un accordo tra azienda e fornitore del servizio, che guida la configurazione dello strumento sulla base delle richieste, aiutando a comprendere i termini e le condizioni del servizio.

Una volta personalizzate le aree di welfare, si passa alla formazione dei collaboratori sulle modalità di utilizzo del credito welfare a sua disposizione.

Se le aziende non hanno tempo o risorse per integrare una piattaforma strutturata, possono optare per i flexible benefit; si tratta di strumenti di immediata attivazione, pratici e versatili, che si dimostrano efficaci per sostenere il potere d’acquisto dei collaboratori in diversi contesti.

Nel corso dell’emergenza sanitaria, le aziende hanno accelerato la digitalizzazione, optando proprio per servizi di welfare flessibili e smart, come i buoni acquisto. In particolare, la versione digitale si è rivelata efficace per dimostrare vicinanza ai dipendenti anche a distanza, senza incontrare ostacoli nella fase di distribuzione.

L’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi disciplina che l’esenzione fiscale è applicata a tutti i beni e servizi di welfare con una soglia di 258,23€ per collaboratore.

Nell’articolo di oggi, abbiamo parlato di welfare voucher e delle alternative a disposizione delle imprese per migliorare il clima lavorativo e la soddisfazione dei collaboratori. Vuoi scoprire tutte le soluzioni? Prenota una consulenza gratuita!
 

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