Le aziende che promuovono iniziative mirate a ridurre il turnover conoscono l’impatto della perdita di talenti sul business.
Le ragioni che portano i collaboratori a nutrire un’insoddisfazione per la posizione ricoperta o per l’ambiente di lavoro sono molte e spesso sconosciute alle imprese. Per questo motivo può non essere semplice correre immediatamente ai ripari.
Nell’articolo di oggi approfondiremo 4 pratici consigli per fidelizzare i dipendenti in azienda e attivare una strategia di employer branding efficace.
Come ridurre il turnover in azienda con 4 pratici suggerimenti
Le aziende che si pongono l’obiettivo di attrarre e fidelizzare i migliori talenti hanno una caratteristica comune: riconoscono l’impatto del benessere organizzativo su motivazione, performance e obiettivi. Attivare misure in questo senso, infatti, è fondamentale per contribuire a creare un clima sereno.
Tuttavia, non è sempre facile promuovere soluzioni concrete, mirate a coinvolgere i collaboratori e a migliorare la qualità della vita. La sfida più complessa è comprendere le necessità delle persone, per attivare una strategia personalizzata che contribuisca a migliorare la percezione dell’azienda dal loro punto di vista.
Ma cosa significa, concretamente, attrarre i talenti giusti? Non si tratta esclusivamente di accogliere nuovi e promettenti figure con l’idea di ottenere ottime performance. Oltre a valutare le capacità dei singoli candidati, le prime fasi di selezione hanno l’obiettivo di introdurre i potenziali collaboratori all’impresa, condividendo storia, successi, mission e valori.
Di fatto, si pongono le basi per comunicare e consolidare una cultura aziendale solida. A partire da questo elemento si può generare un maggiore coinvolgimento, essenziale per raggiungere la motivazione necessaria affinché i collaboratori diventino dei veri e propri ambassador.
Ridurre il turnover, quindi, è possibile, ma occorre conoscere e implementare le attività corrette.
Randstad ha recentemente pubblicato i risultati della ricerca Employer Brand Research 2018, uno studio approfondito sulle ragioni che spingono sempre più persone a lasciare le proprie aziende e le best practice attivabili nell’ottica di ridurre questo fenomeno. Le riassumiamo, nei prossimi paragrafi.
Abbattere le barriere al cambiamento
Il primo consiglio è forse più difficile da mettere in pratica per le grandi aziende, più strutturate e perciò meno flessibili e inclini al cambiamento. Le imprese medio-piccole, invece, avendo una struttura organizzativa meno corposa, possono avere un vantaggio in quest’ottica.
L’elemento essenziale al successo di un progetto di cambiamento, organizzativo o in termini di trasformazione digitale, ad esempio, è una strategia mirata a comunicare i valori e condividere gli obiettivi che ha il duplice effetto di ridurre il turnover fidelizzando i talenti.
Il change management è un indicatore della capacità delle imprese di aprirsi al cambiamento. È essenziale ripensare i modelli organizzativi, lasciando che le nuove abitudini si facciano gradualmente strada nell’assetto aziendale, senza però generare l’effetto opposto a quello desiderato.
Introdurre benefit e soluzioni flessibili
I benefit a disposizione delle imprese giocano un ruolo chiave nella riduzione del turnover: a partire da una proposta flessibile, è possibile soddisfare le esigenze più diverse dei collaboratori, con soluzioni e servizi concreti. Ma non è tutto; i benefit possono contribuire a rafforzare l’immagine aziendale, soprattutto in fase di selezione, perché dimostrano l’attenzione nei confronti della qualità della vita, sia dei neoassunti che delle figure più senior.
Definire un piano di welfare riserva molti vantaggi in termini di miglioramento della motivazione e delle performance. Ecco alcuni esempi di flexible benefit più diffusi in Italia:
- buoni pasto
- buoni regalo
- buoni carburante
- polizze integrative
- assistenza medico-sanitaria
- rimborso spese scolastiche o rette per asili nido
- borse di studio per i figli
- abbonamenti teatrali o per il cinema
- accesso a mutui e prestiti agevolati
- previdenza complementare
- assistenza agli anziani o non autosufficienti a carico
- servizi di baby-sitting
- corsi di formazione e aggiornamento
Approfondiamo, in particolare, l’ultima voce nel prossimo paragrafo.
Attivare corsi di formazione e aggiornamento
La formazione è una leva per il successo delle attività, perché permette di essere competitivi nel proprio settore, ma non solo. I corsi di formazione, attraverso lo sviluppo delle competenze, aiutano ad affrontare il cambiamento tecnologico e di mercato, permettendo alle aziende di rispondere a una domanda in continua evoluzione.
È fondamentale, quindi, definire un piano di formazione dedicato e supportare così la crescita professionale dei collaboratori, voce inserita da Randstad nella lista dei principali presupposti per la fidelizzazione.
Premiare le performance
Autostima, soddisfazione e serenità hanno certamente un peso nelle dinamiche aziendali e, per questa ragione, dovrebbero essere parte di un processo mirato a riconoscere e premiare le performance.
Gli imprenditori e i manager sono figure centrali, i primi promotori di una cultura aziendale fondata sulla comunicazione trasparente e sulla gratificazione.
Nell’articolo di oggi, abbiamo esaminato 4 strategie per ridurre il turnover e fidelizzare i collaboratori in azienda. Introdurre misure mirate a migliorare il benessere è fondamentale per creare un clima aziendale sereno capace di contribuire all’incremento delle performance e al raggiungimento di obiettivi ambiziosi.
Scopri le soluzioni a disposizione della tua azienda: clicca qui per prenotare una consulenza gratuita e personalizzata!