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Buoni pasto obbligatori: in quali casi l’azienda deve fornirli?

10/01/2023

I buoni pasto sono un benefit in grado di migliorare la qualità della vita del dipendente. Essendo un tipo di benefit che differisce da altri sistemi di incentivazione del personale, come i premi di produzione basati sul merito, i buoni pasto sono da distribuire a tutti i dipendenti.
Questo significa che sono obbligatori? In quali casi l’azienda è tenuta a erogare questo benefit ai propri collaboratori?
Nell’articolo che segue, rispondiamo a queste domande e approfondiamo l’argomento.
Continua a leggere per scoprire di più.

È risaputo che il buono pasto sia una soluzione ideale per aziende e dipendenti. Sempre più adottato e sempre più apprezzato, il buono pasto è un benefit che ha trasformato il mondo del welfare grazie ai suoi vantaggi. Ma quando i buoni pasto sono obbligatori?

Strumento versatile e vantaggioso sia per l’azienda che li offre, sia per i dipendenti che ne usufruiscono, i buoni pasto permettono ai lavoratori di mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato, dedicando la giusta attenzione alla propria pausa pranzo.

Ma tutti i dipendenti ne hanno diritto? Quando sono obbligatori? E quando l’azienda può scegliere se erogarli o meno? Scopriamo cosa definisce la normativa in merito.

A chi spettano i buoni pasto?

I buoni pasto, elargiti dal datore di lavoro ai propri collaboratori, possono essere forniti in formato elettronico (sotto forma di tessere dotate di microchip) o cartaceo per l’acquisto di generi alimentari presso i supermercati, bar e ristoranti convenzionati. Nel caso dei Buoni Pasto Pluxee, ad esempio, sono più di 100.000 i punti vendita presso cui i lavoratori possono presentare in cassa il buono. Inoltre, si tratta di benefit da distribuire a tutti in azienda, al contrario di altri sistemi di incentivazione del personale come i premi di produzione.

Nello specifico, come sancito dal Decreto 7 giugno 2017, n. 122 “Regolamento recante disposizioni in materia di servizi sostitutivi di mensa, in attuazione dell’articolo 144, comma 5, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.”, tutti i lavoratori subordinati (sia full time sia part time) hanno diritto al buono pasto. Questo vale anche nel caso in cui l’orario lavorativo non preveda una pausa pranzo.

Di fatto, dunque, tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, hanno diritto a ricevere il benefit del buono pasto.

Ma, questo significa che i buoni pasto sono obbligatori?

I buoni pasto sono obbligatori?

Il fatto che tutti i lavoratori abbiano diritto al buono pasto non significa che l’azienda sia tenuta a erogarli.

Infatti, il datore di lavoro non è obbligato a concedere ai propri dipendenti i buoni pasto, a meno che non sia specificatamente richiesto. Questo può accadere in due possibili casi:

  • L’obbligo è specificatamente previsto dal CCNL applicato;
  • L’obbligo è previsto dalla contrattazione individuale o decentrata (aziendale, territoriale).

In tutti gli altri casi, poiché si tratta di un servizio sostitutivo della mensa aziendale (anch’essa non obbligatoria), l’impresa non è in alcun modo obbligata a garantire questo benefit ai propri collaboratori.

Se non c’è l’obbligo dei buoni pasto, perché erogarli?

La domanda può sorgere spontanea. Trattandosi di un benefit non obbligatorio, ed essendo a discrezione del datore di lavoro la scelta di erogarli o meno, perché decidere di offrirli ai propri dipendenti e collaboratori?

Le motivazioni sono molteplici e riguardano vari aspetti dell’ambito lavorativo. Il primo da citare è sicuramente la soddisfazione dei dipendenti, che rappresenta uno dei primi obiettivi da perseguire nella creazione di un clima organizzativo positivo.

La soddisfazione dei dipendenti, inoltre, rappresenta anche una solida base per lavorare sulle performance. Lavoratori soddisfatti, infatti, saranno anche più motivati a mettere in campo le proprie skill a servizio dell’impresa, sentendosi riconosciuti e apprezzati come professionisti e persone.

Perché i buoni pasto sono convenienti? I vantaggi fiscali

I vantaggi dei buoni pasto, inoltre, non si limitano agli effetti positivi che si riscontrano a livello di motivazione e clima aziendale. Anche dal punto di vista fiscale, offrire buoni pasto ai dipendenti è una scelta strategica per l’azienda e per gli utilizzatori.

I vantaggi fiscali derivano, nello specifico, dal fatto che il buono pasto non viene considerato reddito da lavoro e, di conseguenza, gode di una soglia di esenzione pari a 8€ nel caso degli elettronici e 4€ nel caso dei cartacei (come sancito dalla Legge di Bilancio 2020). Questo significa che l’azienda può offrire un reddito annuo totalmente detassato da destinare all’acquisto di beni alimentari di rispettivamente 1760€ e 880€.
In più, per l’azienda scegliere di offrire i buoni pasto anche se non sono obbligatori risulta particolarmente conveniente poiché sono deducibili al 100% con IVA al 4% detraibile, senza alcuna eccezione e sarà possibile recuperare interamente i costi sostenuti.

Nell’articolo di oggi abbiamo approfondito la questione dei buoni pasto: se sono benefit da offrire a tutti i dipendenti, significa che sono obbligatori? Dal momento che l’azienda non è tenuta a erogare buoni pasto ai propri dipendenti, i buoni pasto non sono obbligatori.

In ogni caso, i vantaggi offerti da questo benefit sono molteplici. Dall’utilizzo dei buoni pasto si possono riscontrare effetti positivi nell’immediato e sul lungo periodo su motivazione, soddisfazione, aumento delle performance e diminuzione del turnover. Inoltre, come abbiamo visto, offrire Buoni Pasto Pluxee può essere una scelta estremamente conveniente e strategica per l’impresa, grazie agli ingenti vantaggi fiscali.
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