L’employee retention è l’insieme delle strategie di gestione del personale attraverso cui si riesce a mantenere in azienda i dipendenti e a ridurre il tasso di turnover complessivo. In questo modo, insieme a una strategia di employer branding efficace, l’azienda è in grado di fidelizzare i propri talenti e trasformarli in veri e propri ambassador.
Prima di sviluppare attività e iniziative con questo scopo, però, è necessario capire cosa cercano i candidati.
Attraverso i dati emersi dal Report Randstad “Employer Brand Research”, Sodexo mette in evidenza ciò che i lavoratori italiani cercano in un ideale datore di lavoro.
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Come fare, in azienda, per attirare nuovi talenti e fidelizzare i propri? Il primo passo è porsi in ascolto delle esigenze di candidati e dipendenti. Ecco cosa dicono i dati.
In seguito ai recenti eventi mondiali, la predisposizione dei dipendenti italiani nei confronti del lavoro è cambiata. La propensione a cambiare lavoro, ricercando migliori livelli di benessere aziendale, è in aumento, pertanto, l’azienda deve mettere in atto strategie per attirare sempre nuovi candidati e mantenere i propri dipendenti, riducendo il turnover. Per farlo, il primo passo è analizzare i numeri che mostrano cosa cercano i lavoratori in un’azienda ideale, per poi mettere in atto strategie che permettano di comunicare se stessa ai nuovi talenti, trasformarli in effettivi dipendenti e mantenerli all’interno del proprio organico.
Ad esempio, come evidenziato dai dati raccolti dalla ricerca di Randstad "Employer Brand Research" la forza lavoro italiana considera l'atmosfera di lavoro piacevole il driver più importante in ambito professionale, appena davanti all'equilibrio tra lavoro e vita privata.
Sodexo ha raccolto i dati principali emersi dalla ricerca, sintetizzandoli in un’infografica che evidenzia quali sono le esigenze dei potenziali lavoratori e come creare una strategia vincente.
Employer branding, talent acquisition ed employer retention: definizioni
L’espressione “employer branding” è entrata in uso in ambito aziendale per riferirsi all’insieme di pratiche e strategie che un’impresa può mettere in atto per lavorare sulla propria reputazione.
Si tratta, dunque, di un insieme di azioni che hanno lo scopo di comunicare agli stakeholders, e in particolar modo ai potenziali dipendenti, la propria identità di azienda.
Il concetto è strettamente legato a quello di “talent acquisition”, con cui si identificano quei processi e quelle strategie utilizzate dall’azienda per attrarre dipendenti in grado di determinare un vantaggio competitivo rilevante per l'azienda nel lungo termine.
Per fare in modo che i talenti acquisiti vengano mantenuti a lungo all’interno dell’azienda, sarà necessario mettere in atto strategie di “employee retention”. Con questa espressione si fa riferimento alla gestione del personale messa in atto dall’impresa per ridurre il tasso di turnover complessivo.
Si dice che per un’impresa, i migliori ambassador siano proprio i dipendenti. In effetti, lavorando sull’employer branding e sull’employee retention, è possibile diminuire il turnover annuo e proporsi ai potenziali candidati come un datore di lavoro in grado di soddisfare tutte le principali esigenze.
Ma quali sono le necessità e i desideri dei potenziali dipendenti italiani quando cercano lavoro? Sono proprio i dati emersi nella ricerca a tracciare il disegno del contesto italiano.
Cosa pensano i dipendenti italiani?
Sarebbe bene, per i reparti HR delle aziende, dedicarsi, in fase di recruiting, all’analisi approfondita dei dati di contesto, cercando di capire che cosa pensano i dipendenti italiani e cosa cercano i candidati. In questo modo, si potranno sfruttare gli insight e i dati per sviluppare strategie di talent acquisition ed employee retention che ricalcano fedelmente le esigenze degli aspiranti dipendenti e dei lavoratori.
È interessante notare, ad esempio, la propensione a cambiare lavoro, che nel 2022 riguarda il 34% dei dipendenti italiani (dato in aumento se confrontato con il 27% relativo allo scorso anno).
Si rilevano principalmente tre diverse attitudini al cambio del datore di lavoro:
- Con “switchers” (11%) si identificano quei lavoratori che hanno cambiato datore di lavoro nella seconda metà del 2021;
- “Stayers” (89%) sono i lavoratori che non hanno cambiato datore di lavoro nella seconda metà del 2021.
- Gli “intenders” (25%) sono coloro che prevedevano di cambiare datore di lavoro nella prima metà del 2022;
Infine, nella scala dei cinque driver più importanti nella scelta di un datore di lavoro ci sono la sicurezza del posto di lavoro (58%) e la visibilità del percorso di carriera (54%).
Perché è fondamentale lavorare sulla fidelizzazione in azienda?
Fidelizzare i propri talenti è fondamentale per l’impresa. Basti pensare che per ogni dipendente perso, il costo medio che l’azienda deve sostenere è pari al 33% del suo stipendio.
Ecco perché l’87% dei responsabili HR afferma di aver posto la fidelizzazione tra le priorità dei prossimi anni.
Come possono muoversi, dunque, le imprese per fidelizzare i propri dipendenti evitando che aumenti il turnover annuo e, allo stesso tempo, attirare sempre nuovi talenti? Anche in questo caso, porsi all’ascolto delle esigenze dei lavoratori è sempre il primo step da mettere in atto.
Dalla ricerca emerge che ciò che i dipendenti si aspettano dai propri datori di lavoro sono modalità di lavoro flessibili (42%), benefit in aggiunta allo stipendio (34%) e vantaggi per i collaboratori (34%).
Attraverso il welfare aziendale, dunque, l’impresa può dotarsi di tutti gli strumenti necessari per creare una strategia di employer branding efficace.
Una volta analizzate a fondo le esigenze specifiche della propria popolazione aziendale, infatti, l’azienda può rispondere a tali necessità offrendo ai propri collaboratori pacchetti di welfare personalizzati.
Attraverso buoni pasto e buoni acquisto, ad esempio, si aumenta il potere d’acquisto dei dipendenti, offrendo loro un supporto nella gestione della propria quotidianità, incentivando un miglior work life balance che si trasforma in soddisfazione e motivazione del personale.
Nell’articolo di oggi abbiamo visto i motivi per cui per all’azienda risulta conveniente mantenere a lungo i propri dipendenti e ridurre il turnover. Comunicare ai potenziali dipendenti, attirarli come nuovi talenti e mantenerli all’interno dell’azienda, infatti, sono step che fanno parte di un percorso necessario all’impresa per costruire un solido vantaggio competitivo. Grazie ai dati forniti dalla ricerca, abbiamo visto quali sono le principali esigenze e richieste dei potenziali dipendenti italiani, che ogni azienda dovrebbe considerare per poi sfruttare il welfare aziendale allo scopo di soddisfarle.
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